Già perché, se devo fare tutto questo casino, almeno mi si dica quanto tempo ho a disposizione.
Su questo ci sono pareri piuttosto discordanti. Una stima che leggo spesso in giro sulla rete parla di circa 4 anni. Pare, in realtà, che questi quattro anni saranno necessari per iniziare a “percepire” il problema ma non per metterlo in ginocchio.
Ecco allora che si fa avanti un nuovo arco temporale: Wikipedia sancisce un arco temporale che va dal 2016 al 2023 per passare da un esaurimento, compresi gli indirizzi assegnati e non allocati, a un completo esaurimento. Così su due piedi mi sfugge la differenza ma, resta il fatto che nella migliore delle ipotesi avrò circa 5 anni per imparare a conoscere meglio il mio nemico e trasformarlo prima in collaboratore stretto e poi in amico.
La causa di questo collasso è legata a motivi tecnici di progettazione della serie “non ce l’aspettavamo”.
In pratica l’attuale numerazione che rende disponibile un massimo di 4 miliardi e spicci di indirizzi non è più sufficientemente versatile vista la crescita degli apparati che si vanno a collegare direttamente su internet.
Presumibilmente, con la diffusione di hot spot sul territorio e di dispositivi Wi-fi a bordo degli cellulari (attualmente la connettività wi-fi è disponibile su un numero limitato di apparati mobili di fascia alta), sarà proprio un indirizzo IP a “proiettare” il nostro cellulare sulla rete.
Nel 2007 Gartner mostrava i risultati di una ricerca che mostravano un dato impressionante: le vendite di cellulari a livello mondiale nel 2007 cresceranno del 10% circa, con una domanda per 1,1 miliardi di apparecchi.
Cioè, nel solo 2007 ci sarebbe stata un aumento di richiesta (un aumento…), pari ad un quarto degli attuali indirizzi IP disponili. Si fa presto a capire che non avremmo i numeri.
Ecco che allora l’ipv6 diventa sempre più necessario ma, attualmente come siamo messi?
Sistemi operativi:
Apple Mac OS X Leopard. Nativamente supportato ed implementato di default anche se leggendo in diversi forum e newsgroup, sembra che sia necessario disattivarlo, almeno fintanto che ci si muove ancora su ipv4. Pena, la mancata funzionalità del protocollo SMB. Comunque, pare che lasciare attivo ipv6 ed ipv4 contemporaneamente sia per adesso un po’ pernicioso. Da verificare se, abbandonando l’ambiente misto le cose migliorino.
Microsoft Windows. Che dire? Sicuramente la ricerca “bovina” a mezzo Google da’ un po’ più di soddisfazione. Se non altro perché il numero di pagine che escono con indirizzo internet contenente la radice …microsoft.com, sono svariate.
Di fatto è il primo sistema operativo che installa e abilita automaticamente l’ipv6. Interessante un documento che descrive la necessità per chi gestisce i server di prevedere un periodo durante il qual, ad esempio, il proprio WebServer dovrà aver implementati e funzionanti entrambe gli stack ipv4 ed ipv6 proprio a causa della presenza in rete di host misti con versioni diverse di stack. In ogni caso, sebbene l’ultimo nato, Windows Vista dichiari di supportare nativamente ogni possibile sfumatura dell’ipv6…pare che ci sia più di qualche piccolo problema. Primo su tutti è stato il modo di rendersi “compatibili” allo standard. Un modo non proprio trasparente di interagire con le applicazioni esterne che sta piacendo poco ai vari sviluppatori.
Linux. Il sistema operativo free più noto e disponibile in centinaia di distribuzione vide l’inserimento del supporto all’ipv6 già dal kernel Linux 2.1.8 nel Novembre 1996. In giro si trova una quantità di documentazione, esempi ed how-to da fare impressione. Sfortunatamente, la mancanza di “mano d’opera” ha fatto si che il pieno supporto non sia ancora stato riportato fino alle ultime versioni stabili di kernel. E’ nato da qui il progetto USAGI il cui compito è quello di dedicarsi unicamente all’implementazione di ipv6 nel kernel. L’ultima patch stabile ha come data di rilascio il 2005. Sembra che ci sia molta più dottrina in merito e, verosimilmente, potrebbe costituire per noi che intendiamo fare dei test, il punto di partenza per effettuare poi dei test paralleli con gli apparati di rete.
CISCO. Impossibile non domandarsi come sia messo il maggior produttore di apparati di networking sul mercato. Sul sito di CISCO si possono trovare moltissimi documenti: semplicemente di carattere didattico/istruttivo (cos’è l’ipv6), piuttosto che case studies e white paper utili per affrontare una eventuale migrazione. Per adesso ho solo dato uno sguardo fugace ad una piccola presentazione dal gusto tipicamente “markettaro” ma, direi che la base c’è eccome :D.
Bene,
successivamente cercheremo di approfondire ulteriormente questi pochi e vaghi concetti sparsi qua e la in questa pagina.
Gradite, come al solito, segnalazioni, chiarimenti, correzioni…ed anche insulti, perché no? 😉